Ancora oggi, a causa della complicata situazione dovuta al Covid-19, sono moltissimi gli studenti e le studentesse di ogni ordine e grado che non stanno vivendo la scuola come vorrebbero e che si trovano a seguire le lezioni attraverso la didattica a distanza.
L’impatto in ambito educativo è solo uno degli effetti che siamo chiamati ad affrontare. Già dalla primavera, in occasione del primo lockdown, molti studenti hanno sofferto a causa dell’isolamento e dell’esclusione sociale.
Infatti, le disuguaglianze sociale si sono rese manifeste in maniera molto più evidente con il Covid-19 e l’accesso vero e proprio al diritto all’istruzione è stato compromesso in molti casi, come spiegato anche dalla recente ricerca condotta dall’ISTAT (si veda il rapporto annuale dell’ISTAT, pubblicato a luglio 2020).
La chiusura delle scuole imposta dall’emergenza epidemica ha prodotto e ancora produce un incremento delle disuguaglianze fra i bambini.
Questo svantaggio cresce se combinato con lo status socio-economico: più di un terzo dei bambini che vivono nell’Italia meridionale in famiglie con un basso livello di istruzione non ha accesso a un PC o un tablet.
La didattica a distanza ha causato un forte impatto dal punto di vista delle disuguaglianze e ha compromesso, in parte, anche il livello educativo.
La didattica a distanza non può rimpiazzare una relazione educativa che si sviluppa in classe, dove gli studenti e gli insegnati comunicano tra di loro non solo usando le parole, i libri, i video o altri strumenti tecnologici, ma soprattutto attraverso i loro sguardi, la loro presenza fisica e tutti gli elementi della prossemica.
Infatti tutti noi impariamo attraverso l’interazione con gli altri, e questo è anche uno degli elementi centrali della strategia Antirumours (AR), promossa dal programma delle Città Interculturali del Consiglio d’Europa.
L’approccio Antirumours punta a rafforzare il livello di consapevolezza e la necessità di contrastare pregiudizi e rumours legati alla diversità. Si tratta di stereotipi che possono ostacolare l’interazione positiva e la coesione sociale e che possono gettare le fondamenta per atteggiamenti discriminatori e razzisti.
In foto uno striscione che mostra un celebre pensiero di Antonio Gramsci, affisso all’entrata di una scuola di Milano.
Come risultato delle più recenti iniziative Antirumours promosse in Italia, è stato prodotto un nuovo manuale dal titolo: “L’Antirumours a scuola”.
Il manuale è stato realizzato nell’ambito del progetto #IORISPETTO, ed è disponibile gratuitamente per tutto il personale educativo interessato a promuovere iniziative per prevenire discriminazioni e linguaggio d’odio. Il documento raccoglie le esperienze implementate da ICEI in 4 diverse città facenti parte di questo network. Le 4 città della Rete delle Città del Dialogo (o in procinto di adesione) che hanno partecipato all’iniziativa sono: Milano, Torino, Albano Laziale e Palermo.
Scarica il manuale “L’Antirumours a scuola”
#IORISPETTO è stato finanziato dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e promosso da ICEI insieme a CIFA (capofila), Amnesty International Italia, COREP – Social Community Theatre, AMMI – Associazione Multietnica Mediatori Interculturali e i Comuni di Torino, Milano, Albano Laziale e Palermo.
La pubblicazione del manuale Antirumours è stata supportata dal Programma delle Città Interculturali (ICC) del Consiglio d’Europa.