La città di Venezia, membro della Rete Italiana Città del Dialogo, è sempre stata crocevia di culture e punto di incontro fra diverse religioni, tradizioni e civiltà. Questa particolare natura cosmopolita della città si riflette nella sua composizione demografica: attualmente oltre il 15% della popolazione residente è formata da stranieri.
Questa diversità etnica presenta parecchie sfide per una città complessa come Venezia ma è anche, soprattutto, fonte di scambi culturali, dialogo e arricchimento personale sia per la popolazione locale che per i migranti.
È in questo contesto che si è sviluppato Il “mio” Correr. Sguardi Interculturali al Museo, progetto della Fondazione Musei Civici di Venezia, patrocinato da ICOM Italia e sviluppato in collaborazione con il Servizio Pronto intervento sociale, inclusione e mediazione del Comune di Venezia.
Questo progetto ha preso forma nell’ambito di Art Clicks, un percorso formativo rivolto a un gruppo selezionato di professionisti del settore culturale avente l’obiettivo di creare competenze e pratiche interculturali sul territorio italiano, a cui ha partecipato l’ideatrice e curatrice del progetto Cristina Gazzola.
L’obiettivo del progetto è stato quello di esplorare il ruolo che possono ricoprire i musei nel promuovere e facilitare la coesione sociale. Si è cercato, in particolare, di promuovere un processo partecipativo di dialogo interculturale tra le comunità straniere e la popolazione autoctona tramite una reinterpretazione del patrimonio culturale cittadino basata su principi di inclusività.
Più nello specifico, gli 11 migranti selezionati per il progetto hanno utilizzato la tecnica dello storytelling autobiografico -un approccio universale e inclusivo che promuove la conoscenza di se stesso e dell’altro riconoscendo la differenza culturale come un valore aggiunto-per reinterpretare alcune opere presenti nel Museo Correr dando loro nuovi significati e nuove storie.
Questo ha permesso di accrescere il senso di appartenenza delle persone alla città e di avviare un dialogo interculturale fra i migranti e la popolazione locale.
Per lo svolgimento di questo progetto sono stati scelti due luoghi simbolo: il Museo Correr e Villa Querini.
Queste scelte non sono state casuali. Il Museo Correr, che deve il nome al suo fondatore Teodoro Correr collezionista d’arte veneziano, è stato scelto sia in virtù della sua posizione centrale che lo rende una sorta di vetrina per la città, sia per le sue opere che, spaziando su diversi temi legati alla storia della civiltà veneziana, ne fanno la sede ideale per la sperimentazione del primo percorso interculturale della Fondazione Musei Civici di Venezia.
Villa Querini, invece, si trova a Mestre in una posizione molto più defilata rispetto alla centralissima Piazza San Marco ed è sede del Servizio Pronto intervento sociale, inclusione e mediazione del Comune di Venezia. Centro e periferia si uniscono in questo progetto: nel caso degli eventi organizzati a Villa Querini è stato il museo a muoversi, ad uscire dalla sua sede per incontrare i migranti nei luoghi della loro quotidianità.
Il progetto si è sviluppato da marzo 2018 ad aprile 2019 e il suo svolgimento può essere diviso in tre fasi distinte: una fase iniziale di pre-progettazione, una centrale di formazione, progettazione e sperimentazione dei percorsi narrativi. Ed infine una terza fase dedicata all’elaborazione dei risultati. La prima fase, cosiddetta di pre-progettazione, si è svolta da marzo 2018 fino a gennaio 2019. Si è trattato di un momento molto tecnico caratterizzato dalla definizione degli obiettivi e delle metodologie del progetto, dalla presentazione dello stesso ai gatekeeper aderenti e, soprattutto, dalla selezione degli 11 narratori che hanno preso parte al progetto. Uno dei criteri fondamentali che ha guidato la scelta è stata la loro provenienza, l’obiettivo era infatti quello di rappresentare le nazionalità delle comunità più numerose presenti nella città di Venezia.
La seconda fase, svoltasi da febbraio ad aprile 2019, si è concentrata inizialmente sulla formazione dei partecipanti al progetto e, in seguito, sulla progettazione e sperimentazione dei percorsi narrativi. Tale fase si è articolata in un totale di sei appuntamenti tenutisi sia presso il Museo Correr che presso Villa Querini. Vediamoli adesso più nel dettaglio.

Il primo incontro, svoltosi il 22 febbraio 2019, è stato un momento sia di accoglienza (nella stupenda cornice della caffetteria del museo con vista su Piazza San Marco) che di conoscenza grazie alla creazione di un ambiente positivo per favorire l’instaurarsi di un rapporto fra i partecipanti al progetto. Per fare ciò l’attività scelta è stata la compilazione di una carta d’identità emozionale, ovvero una breve descrizione di sé formata da un’immagine selezionata da una serie di emoji e da alcune parole, le cui iniziali corrispondono alle lettere del proprio nome, volte a descrivere il proprio carattere. La giornata si è conclusa con una visita libera al museo durante la quale sono state scelte le opere su cui i migranti hanno in seguito lavorato per la creazione di nuove narrazioni interculturali.
Il secondo appuntamento si è tenuto a Villa Querini l’11 marzo 2019. In questa occasione ci si è inizialmente concentrati sulla raccolta di pareri ed opinioni derivanti dalla visita al museo, focalizzando l’attenzione sulle riflessioni e sulle reazioni che la visita delle collezioni del Museo Correr hanno suscitato nei partecipanti al progetto. In seguito i migranti hanno presentato l’opera da loro selezionata esponendo le motivazioni che li hanno spinti ad effettuare tale scelta. Si è trattato di un momento molto emozionante durante il quale sono emersi ricordi, pensieri e sensazioni legati al paese di origine ed anche alcune memorie dolorose.
Il 15 marzo si è tenuto, presso il Museo Correr, il terzo incontro del progetto. In questa occorrenza, grazie al contributo di ECCOM – European Center for Cultural Organization and Management, si è svolto un workshop avente come argomento la narrazione applicata a contesti museali durante il quale i partecipanti hanno potuto apprendere nuove competenze utili per la comunicazione sia orale che scritta prevista dal progetto. Più nello specifico i migranti hanno condiviso sentimenti, pensieri e riflessioni arrivando ad elaborare una mappa concettuale che è stata in seguito utilizzata come guida nella stesura della narrazione.

Durante il quarto momento di incontro, grazie al supporto di Danto Production, le narrazioni preparate dai nuovi cittadini sono state registrate per poter essere, in seguito, condivise così da superare i confini nazionali e poter raggiungere comunità e persone in paesi lontani. Per rendere possibile tutto ciò, in fase di montaggio i video sono stati sottotitolati sia in inglese che nella lingua madre del narratore (tutti i video possono essere trovati qui).

Sabato 6 aprile si è svolto il quinto appuntamento del progetto; in questa occasione sono state organizzate visite interculturali al Museo Correr aperte alla cittadinanza. Queste visite sono state condotte dai partecipanti al progetto e da Cristina Gazzola, ideatrice e curatrice dello stesso. I narratori hanno potuto esporre i risultati del proprio lavoro descrivendo le opere reinterpretate attraverso nuovi punti di vista, significati e, soprattutto, nuove narrazioni provenienti da paesi e culture diverse.
Questo evento è stato un successo, in particolare la cittadinanza ha apprezzato la dicotomia fra la descrizione scientifica delle opere e quella più umana e personale portata avanti dai migranti. Questa narrazione emozionale è riuscita, attraverso l’espressione di storie personali profondamente legate alla cultura d’origine, a trasformare questo evento in un’occasione di arricchimento culturale per tutti i partecipanti.

Il sesto ed ultimo incontro si è svolto il 15 aprile a Villa Querini. È stato un momento di riflessione volto ad analizzare le 5 tappe del progetto attraverso la condivisione di pensieri, ricordi ed emozioni che hanno caratterizzato il percorso intrapreso nelle settimane precedenti.
Si è trattato di un momento molto intenso conclusosi con la donazione ai narratori della MUVE Friend Card, un regalo simbolico che attesta come i partecipanti al progetto siano diventati ambasciatori dei musei civici veneziani e del loro patrimonio culturale.

L’ultima fase del progetto, quella della presentazione degli output, si è concentrata tra aprile e maggio 2019. “Il mio Correr” è stato presentato in diverse occasioni e sedi; è particolarmente meritevole di menzione il convegno internazionale “Prove di intercultura” tenutosi a Roma il 16 e 17 maggio 2019. Durante questo evento vari professionisti del settore culturale sono stati messi in relazione per costruire competenze e pratiche interculturali, raccogliere idee, analizzare pratiche di successo e scambiare esperienze.
Il progetto Il “mio” Correr. Sguardi interculturali al museo si è rivelato un successo: ha permesso la nascita di un dialogo interculturale fra la cittadinanza e i partecipanti al progetto valorizzando sia la cultura veneziana, rappresentata dalle collezioni museali, sia le storie e il background personale dei migranti emersi nella rielaborazione dei valori e dei significati delle opere stesse.
Da un punto di vista più pratico è stato inoltre evidenziato come i migranti che hanno preso parte al progetto abbiano imparato a padroneggiare in maniera più efficace la lingua italiana sia dal punto di vista orale che scritto.
Dall’esperienza de “Il mio Correr” sono nati altri due progetti:
- Il laboratorio di comunità pratiche di apprendimento “La narrazione interculturale tra scuola e museo”, articolato su tre incontri svoltisi tra ottobre e novembre 2019. Questa iniziativa si è rivolta ad operatori del settore e docenti per esplorare le potenzialità della narrazione del patrimonio culturale veneziano in chiave multi/interculturale e condividere esperienze di buone pratiche nel territorio.
- Il laboratorio “Dall’opera al racconto”, sei appuntamenti, organizzati durante l’anno scolastico 2019-2020, per gli studenti di età compresa fra i 13 e i 16 anni che dovevano prepararsi per l’esame di terza media. I ragazzi, in particolare stranieri e che necessitavano di un sostegno mirato, hanno potuto migliorare le proprie competenze linguistiche, narrative, artistiche, comunicative, espressive e creative oltre ad acquisire nuove conoscenze storico-artistiche sul patrimonio culturale veneziano.
In conclusione questo progetto ha avuto parecchi risvolti positivi e, in particolare, si configura come modello partecipativo replicabile: altre città o altre sedi possano prendere a modello questa esperienza per creare percorsi interculturali tali da favorire l’integrazione dei nuovi cittadini e, nel contempo, sensibilizzare su questi temi sia la cittadinanza che l’amministrazione comunale.
Il “mio” Correr. Sguardi interculturali al museo è stato promosso da Fondazione Musei Civici di Venezia – Servizio Attività Educative in partnership con: Servizio Pronto intervento sociale, inclusione e mediazione del Comune di Venezia; CPIA di Marghera, Mestre e Venezia; Centro diocesano di lingua e cultura italiana a Mestre – Patriarcato di Venezia; Comunità filippina, ECCOM (European Centre for Cultural Organisation and Management) – Idee per la Cultura e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.